L’energia, sia essa derivante dal moto dell’acqua o del vento, dalla combustione del carbone o dalle fonti geologiche di calore, è sempre stata e continua a essere un elemento fondamentale per ogni attività umana. Con l’avvento dell’era industriale, l’aumento demografico, il moltiplicarsi delle attività ad alto consumo energetico e l’esaurimento delle fonti principali usate fino a quel momento, si è reso indispensabile impegnarsi sempre di più nella ricerca di strade per produrre energia in maniera il più possibile efficiente. Power Wing Il concetto chiave in questa ricerca dell’efficienza energetica è quello dell’EROEI, vale a dire il rapporto tra energia ottenuta dalla fonte ed energia impiegata per estrarla. Se in un lontano passato preindustriale il legame tra energia investita nelle attività produttive ed energia ottenuta sotto forma di cibo era molto ben visibile, oggi è mascherato dalle sovrastrutture economiche dei mercati energetici e dei processi produttivi. Il legame tra la quantità di energia che consumiamo ed il nostro stile di vita rimane evidente. Meno evidente è invece quello tra la quantità di energia che riusciamo ad ottenere investendo un’unità di energia ed il nostro stile di vita. Il miglioramento della tecnologia e lo sfruttamento di fonti energetiche con EROEI sempre più alti (l’EROEI del carbone è fra 80 e 20 in base alla tipologia di miniera, quello del petrolio si avvicinò, nei primi giacimenti superficiali, ai 100 barili estratti a fronte di una spesa energetica di 1 barile) consentì in passato una tale riduzione dei costi di produzione dei beni di consumo da permettere ad una sempre più elevata base sociale di accedere a beni e servizi fino ad allora considerati d’élite. Lo scenario di crisi globale in cui ci ritroviamo nel presente, determinerà un ribaltamento della situazione, con un inevitabile restringimento delle possibilità dei paesi meno sviluppati e delle classi meno abbienti. In questo particolare momento ci troviamo infatti di fronte all’innegabile declino dell’EROEI della nostra principale fonte energetica, il petrolio. Il nostro lavoro vale sempre meno energia, possiamo consumare sempre meno prodotti e servizi a parità di energia incorporata e dunque siamo progressivamente più poveri, l’economia e i consumi ne risentono, il gettito fiscale si riduce ed il welfare lo segue. In questo scenario non certo incoraggiante, l’unica strategia è quella di reagire cercando la soluzione al contempo più immediata e più duratura al problema. Nella ricerca di una nuova strada, il team di KiteGen ha guardato verso l’altro, individuando il giacimento che più di tutti risponde alle caratteristiche di cui l’umanità ha bisogno al momento: il vento d’alta quota. Il fine è certamente ambizioso: rendere disponibile una tecnologia in grado di fornire energia rinnovabile ad alto EROEI ed a costo più basso del carbone, fornendo così all’umanità uno strumento per migliorare il proprio livello di benessere ed aspirare ad una migliore redistribuzione senza inquinare l’ambiente in modo insostenibile. Il mezzo, dal canto suo, è meno complesso di quanto si possa immaginare. La chiave di tutto sta in un solo elemento: l’impegno. Da una parte l’impegno dei cervelli italiani che ancora una volta si mettono a servizio dell’umanità per cercare di migliorare le condizioni di vita di tutti. Dall’altra quello dell’umanità intera, che dovrà iniziare a capire, conoscere, credere e appoggiare chi una soluzione da proporre ce l’ha.

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