Di eccellenza italiana e made in Italy si fa sempre un gran parlare. Statistiche ed esperienze mostrano ogni giorno quanto il bel Paese eccella nel mercato vinicolo e gastronomico, in quello del lusso o in quello del turismo culturale. Ciò che sfugge sempre più spesso è invece l’alto valore del contributo italiano in quei campi che, oggi più che mai, attirano l’attenzione mediatica, scientifica e popolare. Stiamo parlando di tutti quegli sviluppi tecnologici e innovativi che sono generalmente raggruppati sotto l’etichetta di green technologies o eco-innovation. A puntare l’attenzione su tutte le grandi e piccole menti italiane che nell’ultimo decennio hanno apportato preziosi contributi nel settore della green economy italiana è il rapporto dell’Italian Council for Eco Innovation, l’osservatorio tecnologico promosso dal Ministero dell’Ambiente e dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile.

Lo scopo dell’indagine, presentata pochi giorni fa a Rimini, è quello di fotografare le capacità innovative delle aziende italiane studiando i trend della brevettazione dell’ultimo decennio. E le conclusioni che se ne traggono sono al contempo incoraggianti e sorprendenti.

Il rapporto rileva innanzitutto che la produzione brevettuale italiana di carattere ambientale non è inferiore, anzi è spesso superiore, al valore medio complessivo. Mediamente inferiore è invece il grado di innovatività della situazione italiana, situazione che gli autori motivano con una chiara spiegazione: “è la storia del nostro Paese: bravissimi innovatori incrementali – ruolo egregiamente svolto da aziende di dimensione piccola e media – ma quasi totalmente assenti dall’innovazione radicale e disruptive. Ciò principalmente perché abbiamo un numero limitato di grandi aziende, quelle con i mezzi e la cultura per avventurarsi in innovazioni più spinte”.

Ma come in ogni regola che si rispetti l’eccezione c’è, ed è, non a caso, una PMI. Si tratta di KiteGen Research, una piccola azienda piemontese che non solo primeggia nelle statistiche della produzione brevettuale, ma si distingue anche per un inaspettato ed elevato grado di innovatività. È senza dubbio difficile immaginare una tecnologia più “radicale e disruptive” di quella proposta da KiteGen, che da oltre un decennio, con cultura e mezzi propri, lavora ad una macchina in grado di produrre energia elettrica dai venti troposferici. La prima vera innovazione di KiteGen risiede già nella scelta della fonte energetica. Il vento d’alta quota è un enorme giacimento di energia, inesauribile, accessibile a tutti, ma ancora da esplorare. L’innovatività prosegue nella scelta del modo di sfruttare questa preziosa risorsa. Il sistema prevede l’utilizzo di un’ala semi-rigida che, pilotata attraverso un complesso sistema di sensori, attuatori e segnali radio, sale ad altezze tra i 600 ed i 2000 metri, dove soffiano i venti troposferici. L’ala è collegata alla stazione a terra tramite funi e, per mezzo di esse, esercita una trazione che aziona gli alternatori posizionati a terra, generando così elettricità.

Il sistema è attualmente coperto da un nutrito patrimonio brevettuale, sviluppato negli ultimi anni ed esteso a livello internazionale. Questo assicura a KiteGen Research S.r.l. il posto al vertice assoluto della classifica delle imprese italiane più attive sul fronte della brevettazione nel settore EGR – Tecnologie di generazione di energia da fonti rinnovabili e non-fossili, seguita a buona distanza dal Centro Ricerche Fiat.

Scopo del rapporto, oltre a rifocalizzare l’attenzione sulle eccellenze italiane, è quello di individuare una strategia per portare l’innovazione dalla carta dei brevetti alla realtà commerciale. Questa concretizzazione richiede infatti importanti investimenti sia dal settore pubblico che da quello privato. La situazione è chiaramente riassunta nelle prime conclusioni del documento: “I costi elevati della ricerca richiedono investimenti mirati su pochi temi promettenti, con un impatto potenziale ampio sulla società e sull’economia: il fattore tempo in queste scelte è decisivo perché oggi risulta vincente non chi arriva alla conoscenza per primo, ma chi per primo è in grado di applicarla e metterla sul mercato.”

Degne di fiducia saranno perciò le realtà che, proprio come KiteGen, dopo essere arrivate alla conoscenza per prime, sono pronte ad affacciarsi al passo successivo. La speranza ed obiettivo dell’azienda sarà dunque quella di coinvolgere e far gravitare attorno al suo progetto un numero sempre crescente di collaborazioni, iniziative e fornitori, con lo scopo di inaugurare in Italia un’inedita e ricca filiera economica, il cui grande vantaggio competitivo deriverà, in primis, proprio dalle privative industriali in suo possesso.